Wednesday, June 29, 2011

Francesco Cerruti parla di Wiggins al Tour 2011

Marcia di avvicinamento al Tour attraverso dieci personaggi destinati a scrivere la storia della Grande Boucle 2011. Cominciamo dal neo campione britannico Bradley Wiggins.

Fino a due anni fa Bradley Wiggins, 31 anni, era un campione del ciclismo su pista, capace di vincere a Sidney 2000, a vent’anni, un bronzo olimpico; di diventare ad Atene 2004 il primo britannico in quarant’anni a vincere tre medaglie (un oro, un argento e un bronzo) nella stessa edizione dei Giochi; di conquistare a Pechino 2008 altri due ori nell’inseguimento individuale e a squadre. Per non parlare dei sei ori e dieci medaglie complessive ai Mondiali, dei vari record e dei numerosi riconoscimenti assegnatagli dai reali d’Oltremanica.
Fino a due anni fa, appunto. Perché al Tour del 2009, uno dei più duri degli ultimi anni a detta di molti, l’ormai ex-pistard, inglese nato in Belgio, è riuscito in un’impresa. Ai piedi del podio, subito dietro a Re Alberto, Andy Schleck e Lance Armstrong, è arrivato lui, quello che meno di anno prima correva l’americana ai giochi di Pechino, in coppia con un certo Mark Cavendish.
Due anni fa David Brailsford, 47 anni, era il più stimato tecnico al mondo di ciclismo su pista, aveva portato un’infinità di ori alla Gran Bretagna e, come ogni appassionato, nei pomeriggi estivi si piazzava davanti alla tv e guardava il Tour de France. Vedendo la Grande Boucle è rimasto talmente impressionato dal rendimento del suo ex-pupillo Wiggo da farsi venire in mente una pazza idea: trascinarlo, da leader di un team inglese, al successo al Tour de France.
Sei mesi dopo veniva presentata in pompa magna la Sky il cui capitano, dopo un lungo braccio di ferro con Vaughters e la Garmin, era Bradley Wiggins, e il cui obiettivo, entro cinque anni dalla fondazione, era di portare in Gran Bretagna la maglia gialla.
L’anno scorso il primo tentativo è naufragato, vuoi per le pendenze troppo dure di quel Tour vuoi perché alcuni meccanismi di squadra non erano ancora ben oliati.
Quest’anno Wiggo ha cambiato programma, rinunciando al Giro e preferendo l’allenamento in altura, è arrivato terzo in marzo alla Parigi-Nizza e ha vinto da padrone il Giro del Delfinato, la corsa che più in assoluto si avvicina al Tour come percorso e livello degli avversari.
L’ex-pistard ha guardato dall’alto sul podio Cadel Evans e Vinokourov, e ancora più indietro sono finiti Van Den Broeck e Brajkovic, Gesink e Basso. Il Tour è un’altra storia e il primo a saperlo è lui, ma di certo Wiggo ha le idee ben chiare in testa. “Il mio sogno è vincere il Tour. Non so se riuscirò a realizzarlo quest’anno, comunque dal Delfinato esco in una condizione ottima e con il morale alle stelle. Sono pronto alla sfida”.
Gli avversari, da Re Alberto in giù, sono avvisati…

Francesco Cerruti